POESIA: IL DEMONE CAMUFFATO
(di Roberto Zaoner)
Questa poesia è dedicata a tutti i defunti a causa del Covid-19, che sono morti in modo straziante, affamati d’aria e spingendosi fino a volere la morte, perché vittime di una tragica sorte straziante, morti soffocati, senza più poter respirare e in completa solitudine, senza potere dare l’addio ai loro cari. E anche un doveroso pensiero va ai parenti dei defunti, che hanno vissuto queste tragedie senza poterli vedere andarsene da questa terra.
P.S. I tre valenti artisti che ho voluto ricordare in questa mia lirica sono: l’attore e produttore cinematografico: Sir Sean Connery, da me sempre ammirato, deceduto il 31 ottobre u.s., l’esimio artista a tutto tondo, attore cinematografico e teatrale, doppiatore, regista, cabarettista: Gigi Proietti, deceduto il 02 novembre u.s., molto amato dai nostri connazionali e dai romani in particolare, e uno dei componenti del complesso musicale dei Pooh, Stefano D’Orazio, batterista, cantante, nonché autore dei testi delle canzoni del gruppo musicale, deceduto il 06 novembre u.s.)
IL DEMONE CAMUFFATO
Lacrime scendono
da questi miei
stanchi occhi,
tristi e turbati,
e solcano come
sentieri d’aratro
questo mio affranto
volto riflesso dalla
luce silenziosa di
questo specchio
di realtà perdute
in questa penosa
notte d’argilla
che s’infrange
alla forza oscura.
Maligno e
peccaminoso
questo demone,
col suo nero e
tenebroso
mefisto, si traveste
da virus dannato
che non ci lascia che
amarezza e per i più
deboli la morte.
Ed io sommessamente
gemo, come fossero
richiami di tortore
e colombi che
stridono perché non
hanno più ali per
volare lungo fiorenti
valli e ampi
spazi prativi.
E uomini stolti
che non hanno
avuto mai il
senno. Non
discernono e non
si cautelano.
Deferenza non hanno
per quelli che son
morti.
Per un attimo non
mi anima più la speme,
e allora son per
l‘umana sorte miei
mementi. Prego per
loro: vivi e morti
in quest’angoscioso
periodo dominato
da un male oscuro
e brutale, impietoso
di uomini e donne,
vecchi e giovani.
Tre grandi uomini
hai rubato alla vita
nel volgere di poche
evanescenti aurore
e porporini crepuscoli
di un periodo d’inferno
che tante vite sta
spegnendo: tre valenti
artisti che hanno dato
tutto all’arte, nella loro
brillante vita di esseri
immortali nelle
memorie di uomini
che non dimenticano.
E tu, specchio funesto
rifletti la mia imago
incapace di consolare
la mia anima affranta.
Io mi vedo coi miei
occhi rossi e palpebre
tremanti e tu sai.
E nefasto m’immagino
ancor il domani.
Non sia così. Frena
i tuoi sanguigni impeti,
o vile demonio!
Ti vuoi appagare del
nostro sangue?
Sussurri e inganni
coi tuoi bisbigli ai
deboli morenti
che non più respiro
hanno e desiderano
la morte.
Mormorii
ai loro orecchi,
anche lor consunti,
vacue promesse di
spingersi al giardino
dell’Eden e cogliere
fiori che olezzano
di rinascite di
stagioni e di passioni
travolgenti per
l’amata Madre Terra.
Ma è un inganno.
Uomo e donna non
possono goderlo.
Mai più. Un privilegio
esalato col peccato.
Or tu, specchio
della mia anima,
rifletti la mia
sembianza al
demonio e
rendilo partecipe
che agli uomini più
forti, validi e fortunati
non sfuggirà mai il
ricordo della
sventura che codesto
violento e dannato
virus, ove il brutale
si cela, sarà cacciato.
La sfida che ha lanciato
a noi mortali sarà
sconfitta e questa
sciagura rimarrà
solo un brutto ricordo.
Annullati dunque, vile
essere immondo!
Deponi il forcone,
strappa le tue
rosse corna, che
ne sarai vinto,
e svelati al mondo!
Roberto Zaoner
(08/11/2020)
diritti riservati