di Roberto Zaoner)
O dolce e cara notte
che brilli nei miei
pensieri e
nell’oscurità
rivivi nei miei
stanchi occhi.
Fan fatica, ma
tutto mi
appare più
lucente.
Le Eliconie
scendono a
valle dal loro
monte ad
ispirar gli
eletti animi.
Si avvicinano
a me e mi
danzano
intorno.
Mille pensieri.
Mille versi.
E’ tutto più
chiaro e squarcia
il buio che mi
avvolge. E di
quel candore
ne creerò una
poesia e
un’altra ancora.
La notte,
compagna di
vita a me cara,
che tutto
tiri fuori dal
mio desio e
con un ricco
manto
di preziose
gemme
mi avvolgi
perenne.
Sempre vorrei
lasciarmi
condurre
dalla tua mira a
infondermi virtù.
E’ il mio modo
d’esistere.
Finalmente ci sei,
mia garbata e cara
olimpica Musa.
Ti aspettavo.
Sono a te riverente,
o mia Erato.
Lascia nell’Olimpo
Euterpe che con
la sua musica
desterebbe
i dormienti
in questa notte
magica di versi
nascenti!
Abbandonala per
una sol notte su
al monte
Elicona e parla
a me sottovoce!
Scendi a valle
ad addolcire
i miei aneliti che
sto offrendo alla
quiete, che mi dà
pace!
Li custodirò
come adamantini
e fulgidi diamanti
che non verranno
mai spazzati dal
tempo fuggente
e dal suo
travolgente,
vorticoso e
indomabile corso.
Solo questi versi
posso offrirti e
null’altro.
Puoi tu essermi
compagna fedele
e starmi accanto
nell’immaginario
e trovar parole
che non si
dissolveranno
mai nell’etere
e da essa trovar
respiro?
E mentre gli animi
quieti e
inconsapevoli
sono in braccio al
buon Morfeo,
tu m’infondi
universali d’amor
versi.
19/09/2020
Roberto Zaoner
(Le Muse, figlie del Dio Zeus e di Mnemosine <La “Memoria”> rappresentavano l’ideale supremo dell’Arte, intesa come verità assoluta, cioè del “Tutto”, “l’eterna magnificenza del divino”. La loro guida era il Dio Apollo, Dio del Sole, di cui traina il carro, divinità greca e in seguito romana. Era il Dio di tutte le arti: della musica, della poesia, della profezia e persino delle arti mediche e della scienza che illumina l’intelletto. Suo figlio Asclepio, o anche chiamato Esculapio, era il dio della medicina, invero un semidio, dunque uomo mortale per Omero. Si diceva fosse stato istruito nella medicina dal centauro Chirone o dallo stesso Apollo, suo padre. I simboli principali di Apollo sono il sole o la lira. Essendo Dio della poesia è anche il capo delle Muse. Era anche un provetto arciere ed era in grado di infliggere con la sua arma terribili pestilenze a quei popoli che lo osteggiavano. Era anche protettore della città e del tempio di Delfi ed era venerato anche come Dio oracolare, capace di svelare il futuro agli esseri umani, tramite la sacerdotessa Pizia. Era conteso da due città, come luoghi principali di culto che lo veneravano: Delfi, sede dell’oracolo e Delo.
Lo storico delle religioni e filologo classico tedesco: Walter Friedrich Otto asseriva che le Muse ricoprivano un altissimo posto nella gerarchia divina. Solo a loro, insieme al padre degli dei Zeus e padre delle stesse Muse, era riservato l’appellativo di olimpiche, col quale si onoravano solo Zeus e le Muse.
Erano chiamate Eliconie, perché vivevano nel monte Elicona. E poiché questo monte si trova in una regione storica dell’antica Grecia, in Beozia, regione abitata dagli Aoni, nell’Aonia, che era una regione montuosa, le Muse venivano chiamate anche “Aonie”).